26.9.12

Auto ad aria: il suo debutto nel 2013

Ebbene si, l'auto ad aria compressa non è più un sogno. Nel 2013, in particolare dalla seconda metà dell'anno, sarà in vendita questa vettura, con la quale è possibile fare un pieno d'aria al costo di un caffè (1€).
In un periodo di caro-carburante come questo, questa vettura sembra una vera e propria manna scesa dal cielo.
La Motor Development, con sede legale in Lussemburgo, è l'industria che ha dato vita a questi modelli, partendo da una city car per poi produrre nel corso degli anni vetture molto più grandi, come berline, station wagon, sportive o addirittura bus di linea.
Il prezzo del primo modello che uscirà (AIRPOD MDI) sarà di appena 7000 € e sarà omologata come quadriciclo leggero "grande", quello per 16enni. 
Poi ci sarà anche una versione baby, per i 14enni, e quindi una macchina vera - spiega lo stesso Cyril Negre, responsabile tecnico dell'auto ad aria della Mdi, il figlio di Guy Negre il fondatore della MDI - la sfida è lanciata". 

L'AirPod sarà commercializzata inizialmente in Francia, dando precedenza prima alle persone che già l'hanno prenotata e poi via via a tutti gli altri e agli altri paesi. La MDI è diversa dalle altre case costruttrici, infatti, essa produrrà e venderà i modelli stesso all'interno delle proprie fabbriche, senza creare concessionari.
Quest'ottica è molto importante per l'impresa perchè così, non dovrà sostenere enormi costi di logistica e spedizione per il mondo, ma aprendo diverse fabbriche per l'europa, potranno vendere le vetture stesso sul posto, senza dover spostare il  prodotto in giro per il mondo.
Il progetto deve essere visto da un'angolazione diversa, complessiva. "Immaginiamo di produrre un certo numero di auto in una sola officina o in 50 fabbriche sparse per tutta Europa. Nel secondo caso facciamo del bene perché serve il 30% di forza lavoro in più. Sembra uno svantaggio, ma è una grande vantaggio perché si entra nel tessuto sociale delle città, si dà forza alle famiglie. E poi non dimentichi che per fare ecologia, oggi, non  basta fare macchine pulite, ma è necessario fare macchine che costano poco. E che richiedono poca energia per essere prodotte. Proprio quello che facciamo noi. In più non trasportiamo macchine finite qua e là per l'Europa. Le produciamo in loco, questo riduce ulteriormente le emissioni (e i costi) del ciclo produttivo", queste sono le parole dei diretti interessati della MDI. 
Inoltre l'auto ad aria viene criticata, per i costi per comprimere l'aria, ma anche l'immagazzinamento dell'elettricità costa tanto... l'auto elettriche hanno una durata inferiore rispetto a quella ad aria, infatti l'auto ad aria ha un ciclo di circa 20 volte superiore a quella elettrica, il motore è un unico corpo con il compressore, cioè il motore è il compressore stesso, infatti ci vogliono 2 minuti per caricarlo sotto la "pompa" di servizio, o 3 ore da una semplice presa elettrica.

Di seguito vi integriamo parte dell'intervista esclusiva che è stata rilasciata a Repubblica da parte di uno dei titolari della MDI :

Qual è stata la cosa più complicata da realizzare?
"Il motore e la tecnologia. Poi una volta stabilito questo è stato tutto facile. Va detto però che per passare dalla vetturetta AirPod alla macchina grande (la AirOne) abbiamo dovuto mettere a punto un sistema che noi chiamiamo a doppia energia. Ossia fra la bombola e il motore c'è un piccolo motore benzina o diesel. Questo bruciatore (fuori dal motore ad aria) scalda l'aria prima del motore, quindi aumenta l'autonomia. La scalda a 600 gradi e non dà emissioni nocive, solo un po' di CO2, ma consente di triplicare l'autonomia quindi 350 km circa con consumi ridicoli: mezzo litro per fare 100 km". 

Parliamo di potenze e prestazioni.
"La piccola AirPod ha 7 Kw, ma una coppia completamente piatta di 45 Nm e una velocità massima di 80 Km/h. L'AirOne invece ha un motore da 15 Kw e fa i 100 orari. Ma è una macchina molto più grossa, pesa 400 kg. E poi c'è l'AirCity - ancora più grande - che non è più un quadriciclo leggero ma una macchina vera, fa i 130 orari ed ha con 25 Kw di potenza".

E' vero che la tecnologia dei veicoli ad aria compressa è antica?
"Si, c'erano carrelli nelle miniere che funzionavano così già nel 1870 e i francesi a inizio secolo fecero anche un tram, poi però arrivò il motore a scoppio...".

A proposito di motore a scoppio. Quelli fanno il pieno dai benzinai, in Italia ne abbiamo 20 mila. Le vostre stazioni di servizio invece?
"Sono tutte da fondare. Possono ricaricare una macchina in due minuti, ma non sono adatte ai privati, costerebbero troppo. Nel nostro progetto una stazione può rifornire fino a 85 macchine al giorno. Due minuti per riempire il serbatoio, poi il resto per pagare". 

Ma 85 pieni al giorno sono circa 100 euro, come fa a vivere un erede del vecchio benzinaio?
"Quel costo si riferisce a chi fa il pieno a casa, attaccandosi alla rete domestica di elettricità. Se si fa rifornimento in una stazione di servizio il costo è doppio, sono circa due euro. Sempre pochissimo, ma garantisce un buon margine di guadagno per il distributore perché noi li aiutiamo nella realizzazione dell'impianto. Una stazione di servizio normale, con compressori standard, costerebbe circa 130 mila euro, ma se invece si usano i nostri motori al posto dei compressori i costi si abbassano fino a 39 mila euro per stazione".

Ovviamente serve qualcuno che arrivi alle stazioni...
"Si, se non ci sono macchine in giro non c'è business. E' un sistema complesso, che va visto nell'insieme. Ed è questo che ha affascinato la Tata. Ha una visione globale".

Quando si parla di bombole la gente ha sempre paura...
"Ha ragione, ma lavoriamo con livelli di efficienza altissima. Siamo allineati la pressione di gonfiaggio del gas naturale con la differenza che dentro le nostre bombole non c'è Gpl o Metano, ma aria... Gonfiata a 248 bar. La bombola poi è la stessa di quelle del metano".

Quindi anche quelle vanno revisionate?
"Si, ogni 5 anni, vanno controllate per legge. Ma voglio essere chiaro: in questa macchina non c'è niente di strano, nel motore ci sono bielle e pistoni, mentre il circuito dell'aria è lo stesso delle auto a Gpl o metano. Per questo nel nostro progetto c'è anche la voglia di rimettere in moto i piccoli garage. Nel sistema vogliamo far tornare in vita le piccole officine che potranno fare la semplicissima manutenzione di cui hanno bisogno queste macchine che non inquinano, non sporcano, hanno un olio motore eterno, non hanno circuito dell'acqua, non c'è alta temperatura di funzionamento. E le macchine sono fatte di pochissimi pezzi. La carrozzeria ne ha solo tre. Ma non le ho parlato poi di altri vantaggi legati all'aria compressa".

Ce ne sono già abbastanza...
"No: la temperatura del motore è al rovescio, cioé caldo fuori e freddo dentro, cioé meno 20 gradi dentro la camera 'di combustione' (nome improprio perché non brucia nulla, ma solo per capire il discorso). Per cui usiamo i 'gas' di scarico per raffreddare l'abitacolo, al posto del condizionatore. Ci sarà poi anche un piccolo baule per raffreddare le bibite. In più l'aria compressa  può essere usata per fare sicurezza, per gonfiare aribag esterni e salvare i pedoni. Abbiamo già dei prototipi funzionanti simili a quelli della Volvo".

A proposito di pedoni, l'auto ad aria fa rumore?
"Si, più dell'auto elettrica, ma molto meno di un'auto normale. Ha un rumore diverso, perché deriva da una sequenza diversa. Al minimo non emette suoni perché il motore è fermo. Quando si accelera si sente uno sbuffo, un rumore indescrivibile, tutto suo, sembra quasi un motore a due tempi, ma con frequenze bassissime. Il motore poi alla velocità massima fa appena 1500 giri, quindi un ulteriore vantaggio".

1 commenti:

Unknown ha detto...

Secondo MDI, sono alcune licenze di fabbricazione e di distribuzione firmati con aziende in vari paesi tra cui Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Italia [8], Nuova Zelanda, Israele e Sud Africa. [Citazione necessaria] Zero Pollution Motors vorrei fare MDI veicoli negli Stati Uniti. [9] MDI Andina SA voleva vendere l'auto in Colombia, Perù, Ecuador e Panama. [citazione necessaria] l'ultimo era CATECAR SA in Svizzera che stava per iniziare la prima catena di montaggio nel bernese Giura, ma il progetto è in attesa (come tanti altri prima) a causa di problemi legali con MDI. [10] MDI aveva anche raggiunto un accordo con Tata Motors, che dovevano produrre e vendere auto OneCAT in India. Tata Motors ha annunciato maggio 2012 che aveva valutato il progetto di passaggio di fase 1, la "prova del concetto tecnico" verso la piena produzione per il mercato indiano.


Nitrotek